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Home Page> Articolo> Pubblicato il: 16/05/2010  -  stampato il 23/04/2018


Bassone: un agente per 100 detenuti, a rischio l' incolumità personale

Como - Sovraffollamento, scarsità di personale e una direzione che agisce unilateralmente venendo meno agli accordi presi con i sindacati. Di questi problemi si è parlato nel corso della conferenza stampa indetta da Cgil, Cisl, Uil, Sappe e Osapp, dedicata alla situazione critica del carcere cittadino. Dal 2002, il Bassone è sottoposto ad un turnover continuo fra direttori e comandanti, ognuno ha il suo sistema di organizzare il lavoro: «L'ultima è durata un anno e veniva a Como 2-3 volte la settimana, ha cercato di lavorare con i sindacati e le cose stavano migliorando - spiega Massimo Corti segretario generale provinciale e regionale della Federazione Nazionale Sicurezza Cisl - Da 5 mesi c'è una nuova direttrice che ha smontato tutto quello che avevamo fatto, seguendo iniziative che non trovano appoggio dai sindacati. Si va avanti improvvisando». I servizi vengono decisi giornalmente e non c'è ancora un piano delle ferie ma non solo: «I detenuti hanno organizzato una manifestazione di protesta contro alcuni provvedimenti restrittivi, che sono stati poi modificati in seguito alla protesta. Un fatto che non possiamo vedere in modo positivo». In merito al personale mancherebbero all'appello 75 unità . Il carcere ospita 600 detenuti. Ad ogni turno c'è un solo agente per 100 detenuti: «è impressionante, non si riesce a garantire quello che sarebbe previsto per un penitenziario». La capienza tollerabile del Bassone è di 420 detenuti, è stata poi calcolata quella massima tollerabile, che si basa sui metri quadrati delle celle: «Peccato che sia stato conteggiato anche il bagno, così è risultato che in una cella di 4x2 ci possono stare 3 persone». Tra la sezione riaperta e quella che è stata depenalizzata, i sindacati hanno calcolato che il numero dei detenuti potrebbe arrivare presto a quota 700. Senza aumento di personale. Il 19 è stato fissato un incontro con il provveditorato regionale: «Speriamo di avere presto un confronto anche con le istituzioni. Rischia di rimanere un problema nascosto dietro a 4 mura».

fonte: giornaledicomo.it